Un pezzo importante nel mosaico Action Art

foto da Asaphoto Facebook

foto da Marco Scudelletti Facebook 

 

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Carlo Cecaro - CartelloMania

Dopo alcuni minuti che ti trovi a parlare con Carlo Cecaro, è facile che egli con non-chalance, ti dica di avere quasi cinquant'anni e a quel punto non puoi fare a meno di stupirti. L'immagine che ti arriva dal suo modo di vivere l'arte è infatti quella di un ragazzo che il nostro immaginario attribuisce per solito a chi fa arte di strada.

Cecaro non fa writing, non usa bombolette, se non talvolta per fissare con una vernice qualche sua creazione su tela, eppure ci sentiamo di definirlo artista di strada a tutto tondo. Il suo girovagare con una tela sottobraccio, pronto a mostrarla a chi appare incuriosito, l'opera appesa sulla facciata del palazzo sotto la finestra della sua camera, il suo essere parte dell'arte di strada della Milano attuale, tra gli artisti che scrivono poesie, attaccano adesivi con le loro opere su muretti e performano su marciapiedi di periferia, tutto questo è una rappresentazione quasi carnale dell'andare verso il popolo in cui l'arte di Cecaro e il suo essere artista, trovano i momenti di maggior forza.

Carlo Cecaro cresce sui Navigli milanesi, da tempo nota zona di studi d'artista e manifestazioni legate all'arte; questo si riflette inizialmente in un interesse conoscitivo per l'arte, la sua storia e i suoi personaggi. Nel procedere in questo percorso, che lo porta tra l'altro ad avere una buona preparazione teorica sul periodo dalle avanguardie ai giorni nostri, Cecaro viene a un certo punto attratto maggiormente dagli artisti del Pop storico e, via via, il desiderio di sperimentarsi come artista prende il sopravvento.

Cecaro pone al centro delle sue prime opere le scatole con marchi commerciali d'epoca che, a detta dello stesso artista, hanno un posto importante nel suo vissuto, in quanto scatoline presenti in un gioco d'infanzia.

Inizialmente Cecaro fa un vero e proprio lavoro filologico andando a recuperare contenitori con marchi molto noti negli anni '60 tra gli articoli di largo consumo, come alimentari e prodotti per la pulizia; di quelle scatole Carlo Cecaro prepara delle riproduzioni in miniatura e con esse crea delle composizioni su tela alle quali aggiunge slogan scritti che, utilizzando il linguaggio del marketing, vanno al di là di esso per i contenuti. Esempi di ciò sono : "Cosa metto nel carrello dei desideri ?", "Tutta propaganda" e "Propaganda rossa", caso in cui è facile indovinare il colore dominante dell'opera.

Nei primi anni del nuovo millennio nasce così lo "Scatolage" o "Pop art in scatola", che Cecaro, con grande impegno personale e fisico, porta in giro nella zona dei Navigli e in altre parti di Milano, riuscendo a far esporre le sue opere in diverse vetrine, nelle varie fiere che si svolgono sulle rive dei Navigli e mettendo a segno le prime apparizioni sui media locali, con articoli e interviste.

Intorno al 2005 Carlo Cecaro comincia a coinvolgere altri artisti nello Scatolage che diventa così un vero e proprio movimento artistico.

Nel maggio 2006, in vicolo dei Lavandai, presso l'atelier dell'artista Miro Gentilini, si svolge la mostra "Non rompete lo scatolage" con la partecipazione di Carlo Cecaro, Miro Gentilini, Fabrizio Gilardi, Aris Dottorini, Gregorio Mancino e Luigi Marchesi. I lavori in esposizione hanno come filo conduttore la scatola reinterpretata in diverse declinazioni, assieme ad altri richiami al Pop e al Concettuale, presenti in tutte le opere.

Sempre di quel periodo e in quel filone artistico sono alcune opere a quattro mani che Cecaro e Gilardi firmano come Laboratorio Cilardi ed espongono per la prima volta al Circolo Sud di via Corsico, a Milano.

Tra il 2007 e il 2008 Carlo Cecaro dà una svolta alla sua ricerca : in occasione di una campagna elettorale l'artista riproduce su una tela uno dei cartelli con la scritta "Vendesi" e la classica grafica utilizzata da agenzie immobiliari e privati, che così spesso vediamo su cancelli, pali e portoni. Nello spazio sottostante a "Vendesi" Cecaro non scrive però di un appartamento o di un box, ma mette in vendita il proprio voto elettorale.

Questa volta lo scalpore suscitato è notevole e le foto dell'artista con il suo cartello finiscono su alcuni quotidiani nazionali.

Da questa decontestualizzazione di un messaggio inizia un nuovo cammino nel quale Cecaro, in collaborazione questa volta con Bruno Acierno, passa alla trasformazione dello stesso messaggio mantenendo la grafica del cartello e della scritta, mutando però proprio la scritta.

Appare così la tela con la scritta "Truffasi" e, dopo l'interesse e spesso lo scandalo suscitato da quest'opera, le trasformazioni proseguono, arrivando a centinaia di forme diverse quali "Spiasi", "Assumesi" e "Complottasi", che ci svelano tanti aspetti della vita contemporanea e quindi, della vita di ciascuno di noi.

Proprio qui sta il succo concettuale di Carlo Cecaro. L'osservatore puo' questa volta riempire mentalmente con i suoi contenuti lo spazio vuoto che l'artista riempiva con il suo "voto elettorale", e la cosa trova la sua forza nel fatto che la grande maggioranza di noi ha un qualche vissuto che viene richiamato dalle scritte.

Le modalità con cui Cecaro diffonde questo tipo di ricerca chiamata CartelloMania sono esse stesse arte e non sono poi altro che le modalità "stradaiole" di cui già detto sopra, per le quali egli cerca continuamente correzioni di tiro e aggiunte.

Negli ultimi anni Cecaro sta lavorando anche a opere dedicate al personaggio di Diabolik in cui egli decontestualizza ancora una volta una figura dell'immaginario collettivo facendogli dire, a parole scritte in fumettistici baloons, o talvolta con il mutare dei colori della sua tuta non più classicamente scura, o ancora con oggetti in miniatura inseriti nelle opere, qualcosa di tagliente sul mondo di oggi, tagliente come il pugnale di Diabolik !

 

( testo di Fabrizio Gilardi di Action Art )

 

 

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Responsibily – opere di Carlo Cecaro, mostra svoltasi al caffè letterario La Strada di via Patellani 4, Milano, dal 16 febbraio al 1 marzo 2012

Dopo oltre un lustro trascorso a palesare la propria arte concettuale in giro per il quartiere Ticinese, e poi per l’intera città di Milano, Carlo Cecaro ci presenta un ampio rendiconto del suo percorso artistico negli accoglienti spazi del pub La Strada, locale di recente apertura non lontano dall’università Bocconi, gestito da due pimpanti giovani, Umberto e Paolo, forti di ambizioni, ma di quelle qualitative, come appare evidente da una breve chiacchierata nella quale emergono anche dei loro trascorsi di impegno nel settore sociale. L’ambientazione del pub, non meno del suo nome, è quanto di più consono a coniugarsi con l’arte di Cecaro e chi conosce questo artista ben sa che non vi è il pericolo di un sedersi da parte sua sugli allori del già fatto, cui potrebbe indurre l’idea di mostra retrospettiva; infatti ecco evidenziarsi già nel titolo della mostra, “Responsibily”, responsabilmente, il nuovo passo in avanti di quella che definirei ormai la “disallocazione”, che è il nocciolo della ricerca di Carlo Cecaro.

“Responsabilmente”  si materializza trascritto in cartellini legati al collo di bottiglie da liquore. I cartellini hanno la grafica e i colori del cartello standard usato dagli immobiliaristi per pubblicizzare sulla strade le vendite e gli affitti, cartello che ormai da diversi anni è oggetto di rielaborazione da parte di Cecaro , dapprima con il “Vendesi – voto elettorale…” e poi con la trasmutazione e la moltiplicazione del “Vendesi” in decine e centinaia di materializzazioni differenti, quali “Dormesi”, “ Mangiasi”, “Spiasi” e il cavallo di battaglia “Truffasi”, che hanno portato alla creazione del marchio Cartellomania, insieme al grafico Bruno Acierno.

Nell’allestimento vi è poi un buon numero di opere che testimoniano altri soggetti e altri periodi del percorso artistico di Carlo Cecaro, primo tra tutti quello dello “Scatolage”, in cui l’artista parte da un vero e proprio lavoro filologico in cui va a recuperare contenitori e marchi commerciali spesso d’epoca, servendosene per creare composizioni che utilizzando il linguaggio del marketing, ci rilanciano contenuti che vanno al di la di esso.

L’arte di Cecaro evoca molti aspetti della quotidianità di ciascuno di noi ed egli ci propone di riempire mentalmente con le suggestioni ricavate dai nostri vissuti quello che si potrebbe definire lo spazio vuoto da lui volutamente lasciato in ciascuna opera, spazio inteso talvolta in senso metaforico, ma che ha una chiara fisicità nella serie Cartellomania dove è rappresentato dal riquadro sottostante alle scritte, per intenderci quel riquadro dove, nel caso del “Vendesi”, le agenzie immobiliari scrivono le caratteristiche dell’appartamento. Pur essendovi qualche eccezione tra i pezzi in mostra, quello spazio adesso Carlo Cecaro lo lascia quasi sempre vuoto, la scritta sovrastante e in certi casi, altri contenuti, con il loro essere parte del nostro quotidiano, ci richiamano alla mente qualcosa del nostro vissuto e noi siamo liberi di riempire il vuoto metaforicamente, mentalmente e talvolta fisicamente come nel “Murales”, opera su cui l’osservatore puo’ scrivere o appendere cartellini.

In epoca di avanguardie Duchamp aveva inaugurato la decontestualizzazione esponendo l’orinatoio in galleria, che diventava così opera d’arte e, per quanto ci è dato sapere, nessuno vi aveva più urinato dentro; in epoca di delocalizzazione Cecaro inaugura la disallocazione esponendo le scritte delle immobiliari che, veicolando altro divengono opere d’arte, continuando però a venire usufruite con la stessa modalità e, non per niente, se girate a piedi per Milano, non vi sarà difficile incontrare Cartellomania in qualche angolo.

 

( testo di Fabrizio Gilardi di Action Art )

 

 

La razza umana non puo' sopportare troppa realtà  (T.S. Eliot)

 

ActionArt

Milano

Italia

 

Si puo' essere più furbo di un altro ma non più furbi di tutti gli altri.  (Francois de la Rochefoucauld)


(vignetta di Massimo Cavezzali)




Chissà perché, la stupidità è una malattia di cui soffrono sempre gli altri                          (Fabrizio Gilardi)